Sommario
|
|
L'alitosi
è un disturbo che si manifesta con l'emissione di odore sgradevole
attraverso l'atto espiratorio e la fonazione.
La rilevanza della componente psicologica di tale disturbo, che colpisce
circa il 50% della popolazione mondiale, è facilmente intuibile e ben nota
fin dalle civiltà più antiche, tanto che numerosi rimedi sono stati indicati
nel corso dei secoli. L’alito cattivo infatti può rappresentare una grande
limitazione nei rapporti interpersonali, inducendo chi ne soffre ad evitare
il più possibile contatti troppo ravvicinati con il prossimo. In questo
senso si rileva un interesse sempre maggiore di pazienti ed odontoiatri per
l’argomento, anche in virtù della crescente considerazione della
propria immagine.
Superstizioni sull'alitosi
Numerose sono le superstizioni
che riguardano le cause dell'alitosi.
Ad esempio non
si sa come abbia fatto a formarsi la sciagurata credenza dello “stomaco come
causa di alitosi”, ma purtroppo tale credenza esiste e ha impedito o
rimandato l’appropriato
trattamento a tante persone sofferenti.
Contrariamente alla credenza popolare l'alitosi non origina dallo stomaco o
dai polmoni e raramente è causata da indigestioni. In accordo con le
ricerche più frequenti, il maleodore orale è prodotto dalla patina presente
sul dorso della lingua, dallo scolo di muco nasale nel cavo orale e da danni
parodontali.
Sostanze responsabili
dell'alitosi
I
composti volatili solforati sono i
principali responsabili dell'alitosi di provenienza
dal cavo orale. Sono prodotti dai batteri anaerobi
che provocano gravi parodontopatie (piorrea), tanto che si è pensato che la
loro presenza nella patina biancastra che ricopre la lingua di alcuni
soggetti può predisporre alla malattia parodontale.
Quando si determinano le condizioni di una loro indiscriminata proliferazione la concentrazione intraorale
delle sostanze maleodoranti aumenta, provocando, al di sopra di determinati
valori, la chiara percezione olfattiva
all'esterno.
Questi batteri provocano la putrefazione delle
sostanze organiche proteiche contenute nella saliva, nei residui alimentari
che compongono la placca batterica e nel sangue presente nella bocca in caso
di gengivite e parodontite. Per effetto della loro azione vengono così
liberati gli elementi chimici responsabili dell'alitosi, i cosiddetti
compositi volatili solforati che comprendono il solfuro di idrogeno, che ha
odore di uova marce, il metilmercaptano che odora di cavolfiore in
decomposizione, l'acido isovalerico il cui odore è simile a quello dei piedi
sudati, e i composti amminici come putrescina e cadaverina.
Cause prevalenti dell'alitosi Le cause più frequenti, oltre il 90% dei casi di alitosi, sono da ricercare in problemi di provenienza
dal cavo orale, è perciò il dentista,
in particolar modo il medico odontostomatologo con area di esperienza nella
parodontologia, il primo professionista a cui il paziente affetto da tale disturbo dovrebbe
rivolgersi. Attraverso l'anamnesi, l'esame clinico e radiologico, gli esami
strumentali e di laboratorio, compresi, se necessari, i test microbiologici
volti alla ricerca quantitativa e qualitativa di specifici germi anaerobi
parodontali, egli può stabilire la causa precisa dell'alitosi di provenienza
dal cavo orale e, nel caso, istituire la terapia capace di debellarla. Ma può
anche escludere tale origine e riferire il paziente ad altri medici
specialisti.
E' importante comprendere che se l'alitosi è
determinata da patologie del cavo orale, come ad esempio quelle che
coinvolgono i tessuti parodontali, che richiedono l'intervento del medico
dentista per essere sanate, anche ricorrendo a ripetute e ben eseguite manovre
d'igiene orale non si risolverà il problema. All'interno delle tasche
parodontali di pazienti affetti da piorrea, non detergibili con le normali
pratiche d'igiene orale, si annidano i germi che sono i principali
responsabili dell'alitosi, oltre che della distruzione dell'osso di
sostegno dei denti, germi che non possono essere eliminati da terapie
antibiotiche ma solo dalla cura professionale di un medico dentista esperto
parodontologo. La terapia antibiotica indiscriminata può dare solo un sollievo
temporaneo, di uno o due giorni, a fronte dello sviluppo di resistenze e dismicrobismi del cavo orale,
sovente causa di complicanze come la candidosi orale.
L'odontoiatra può
misurare la quantità di
composti volatili solforati presenti nell'alito (Halimeter
vedi), accertare se esistono
condizioni patologiche che la determinano e, nel caso, sottoporre il
paziente alle cure
necessarie. Dovrà inoltre istruirlo sulle norme da seguire per una corretta igiene
domiciliare, per renderlo in grado di eliminare totalmente la placca
batterica da denti, gengive e lingua, in particolare consiglierà gli
strumenti e le modalità idonee alla corretta detersione del dorso di quest'ultima, con l'obbiettivo di mantenere nel
tempo le cure effettuate e l'alito
piacevolmente assente da odori.
Halimeter strumento per la diagnosi e
il monitoraggio della terapia dell'alitosi
Un ampio studio effettuato in giappone su
un campione della popolazione composto da 2.672 individui ha rilevato che il 6-23% dei soggetti presentava malodore orale misurato dalla concentrazione di composti volatili solforati (VCSs) emessi maggiori di 75
parti per bilione (ppB) nell'aria espirata in alcuni momenti della giornata. Tale
misurazione veniva effettuata con uno strumento denominato halimeter,
utilizzato per la diagnosi, la quantificazione e il monitoraggio
dell'alitosi in corso di terapia
(vedi).
|
|
 |
Sono spesso patologie gengivali che determinano o contribuiscono all'alitosi,
è perciò importante che un odontoiatra esperto accerti la sua causa. Usando l'Halimeter, i gas
che si sviluppano dai processi putrefattivi batterici responsabili
dell'alitosi possono essere misurati.
Questi gas sono chiamati composti volatili solforati o VCSs. |
 |
|